Una settimana fa, 8 gennaio, è venuta a mancare la nonna. E ancora mi scendono le lacrime. Buon viaggio nonna Lisa...
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Anonymous
said...
Non so se dovrei rispettare il dolore e stare in silenzio, mi sento autorizzata a scrivere perché so cosa si prova. E non credo in Dio, non credo neanche ad un dopo, ma per mia nonna ogni tanto metto a tacere la razionalità e penso che stia a guardare quello che faccio, perché la sento ancora qui.
Sai, lei aveva il terrore di morire, ripeteva come un mantra impazzito " a mor, a mor " che vuol dire - muoio, muoio -. lo ripeteva da circa 10 anni o forse più, ogni giorno, ogni volta che apriva gli occhi, ad ogni occasione, tanto che poi era anche difficile crederle. Di solito mi diceva di non partire che al ritorno non l'avrei più trovata, stavolta invece non mi ha detto niente, un bacio e un "ciao, stai attenta".Quella è stata l'ultima volta che l'ho vista, il primo di gennaio. Ma lì per lì non ci ho fatto molto caso, con il caos di ogni partenza il dettaglio m'è scivolato da qualche parte nella memoria, da cui poi è stato ripescato violentemente quando ho saputo.Che nemmeno io credo in qualsivoglia dio, ma credo nei segni. Perchè quelli mi hanno sempre accompagnata, indirizzata, avvisata. Poi sono io che non li ascolto, o non li voglio vedere, capire, non voglio crederci.Ma questo è un'altro discorso. Guardo la sua fotografia, mi vengono in mente un sacco di ricordi ed è difficile frenare il groppo in gola e i bruscolini agli occhi...
Quella presenza in grado di fermare e dilatare il tempo: questa per me era mia nonna, o meglio, entrambe le mie nonne. Il senso di sospeso, il senso di non aver detto abbastanza sono presenze che ancora mi accompagnano quando penso a loro quindi non saprei che altro dirti se non: "prenditi il tuo tempo per piangere e per salutarla.non importa come e dove, ma donale quel tempo che lei riusciva a donare e fermare per te". Un bacio.Leti
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Non so se dovrei rispettare il dolore e stare in silenzio, mi sento autorizzata a scrivere perché so cosa si prova. E non credo in Dio, non credo neanche ad un dopo, ma per mia nonna ogni tanto metto a tacere la razionalità e penso che stia a guardare quello che faccio, perché la sento ancora qui.
Un abbraccio.
Sai, lei aveva il terrore di morire, ripeteva come un mantra impazzito " a mor, a mor " che vuol dire - muoio, muoio -. lo ripeteva da circa 10 anni o forse più, ogni giorno, ogni volta che apriva gli occhi, ad ogni occasione, tanto che poi era anche difficile crederle. Di solito mi diceva di non partire che al ritorno non l'avrei più trovata, stavolta invece non mi ha detto niente, un bacio e un "ciao, stai attenta".Quella è stata l'ultima volta che l'ho vista, il primo di gennaio. Ma lì per lì non ci ho fatto molto caso, con il caos di ogni partenza il dettaglio m'è scivolato da qualche parte nella memoria, da cui poi è stato ripescato violentemente quando ho saputo.Che nemmeno io credo in qualsivoglia dio, ma credo nei segni. Perchè quelli mi hanno sempre accompagnata, indirizzata, avvisata. Poi sono io che non li ascolto, o non li voglio vedere, capire, non voglio crederci.Ma questo è un'altro discorso.
Guardo la sua fotografia, mi vengono in mente un sacco di ricordi ed è difficile frenare il groppo in gola e i bruscolini agli occhi...
Quella presenza in grado di fermare e dilatare il tempo: questa per me era mia nonna, o meglio, entrambe le mie nonne. Il senso di sospeso, il senso di non aver detto abbastanza sono presenze che ancora mi accompagnano quando penso a loro quindi non saprei che altro dirti se non: "prenditi il tuo tempo per piangere e per salutarla.non importa come e dove, ma donale quel tempo che lei riusciva a donare e fermare per te". Un bacio.Leti
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